di Augusto Anticoli
Virginio Panici un personaggio della vita sociale nonché un intellettuale che è stato forgiato da esperienze esistenziali, che al contempo lo hanno reso uomo di mondo, conoscitore di fatti e misfatti in dinamiche inerenti caducità di umane cose. La prospettiva individuale proiettata nel futuro, sognando di viverlo partendo dal presente, determina l’approccio a una vita depositaria di valori in essere, da coltivare intensamente per creare linfa vitale per una comunità equa e solidale. L’evoluzione culturale paradigmatica di progresso civile, genera terreno fertile per coltivare arte poetica da tramandare ai posteri quale eredità propedeutica alla pratica di buoni propositi, in filosofia di metodo induttivo: dal particolare al generale. Creare letteratura in piccolo per diffondere sapienza poetica a disposizione della collettività, rappresenta la stella polare che illumina il cammino esistenziale di una mente brillante dedita allo studio personal-introspettivo derivante dal motto di Socrate, γνῶθι σεαυτόν (conosci te stesso), come appunto, Virginio Panici.
Così Panici introduce il suo lavoro poetico e letterario. <<Volevo recuperare un “gap” che ha sempre caratterizzato la mia vita: non riflettere sul passato, sulla vita vissuta. Quasi mai mi sono soffermato a farlo, proiettato sin dalla giovinezza a vivere nel futuro. Il presente, il vivere tutti i giorni, pur importante, era solo base per costruire quel futuro. Ciò non vuol dire che non abbia pienamente vissuto il presente, tutt’altro: nel viverlo, subito dopo esso diventava passato che, con qualche cura, riponevo nel box della “MLT” (memoria a lungo termine) e che, difficilmente, se non mai, sono poi tornato a richiamarlo. Di tanto in tanto però, nel rimuginarlo, mi è venuto spontaneo scrivere degli appunti, sono queste poesie. Un pò è render conto a me stesso e a persone che hanno incrociato la mia vita, e nel ricordarle, dir loro di quanto esse siano state importanti nel mio vivere, un modo per dir loro grazie, e anche chiedere loro scusa, o perdono per qualche mia malefatta>>.
“PseudoPsigoEgoMetria” il titolo del libro di poesie e racconti di Virginio Panici, che ha un sottotitolo davvero accattivante: ovvero, “stati d’animo catastematici”, bellissima espressione di filosofia esistenziale che possiamo tradurre, in modo spicciolo, così: il segreto della felicità è apprezzare le cose semplici della vita! Infatti, nell’estasi dell’essenza universale rapportata alle cose terrene, la forza delle idee s’avviluppa in poetica aulica e forbita; nel caso specifico, grazie al talento letterario connaturato in Virginio. Un escursus da lectio magistralis, concernenti, tematiche esistenziali, filosofiche e biografiche, che ne fanno un’opera letteraria di pregevole fattura e che arricchisce in valore intrinseco il patrimonio bibliotecario locale. Da rimarcare le composizioni poetiche di stampo religioso, intrise di misticismo ancestrale, le quali, al contempo, sprigionando pura spiritualità diffondono leggiadri auspici per un domani foriero di speranza. La fede cristiana, acuita dal dolore per la perdita dell’amata “Stella”, (la prematura scomparsa della moglie Rita) diviene apice di intenso fervore che illumina il cammino di un percorso esistenziale crogiolato da sapori e colori ameni, originati dal vissuto campestre. Un vissuto che dal passato, recuperato dal pensiero onirico, pone le basi di una filosofia di vita improntata al catastematico comun sentire: ogni momento, ogni attimo, percepito positivamente, è scandagliato e successivamente proiettato in sentimenti aulici, condivisi con l’universo “virginiano”.




