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Fine anno scolastico, tra gioie e dolori di chi viene e di chi va

Ore 11.30, puntuale il suono della campanella che segna la fine dell’anno scolastico. (I più fortunati hanno già salutato compagni e docenti ieri, ‘graziati’ dalle operazioni di preparazione al seggio elettorale che interessa un bel numero di plessi scolastici del frusinate).
A nulla sono valsi gli avvisi e le comunicazioni lanciati a più riprese in piattaforma dai Dirigenti Scolastici che invitavano ad un atteggiamento civile al suono della campanella. Gavettoni, bombe d’acqua, urla, musica e canzoni a suggellare un anno scolastico giunto al termine. Quasi a voler prendere a calci una tappa obbligata della propria esistenza.
Un appuntamento che si rinnova e che porta con sé quella strana sensazione di gioia mista a malinconia: c’è chi piange perché ha concluso un ciclo di studi, chi sorride perché ha inanellato una serie di successi formativi per cui può chiudere il capitolo e dedicarsi alla bella stagione, chi non riesce ad esprimere i propri sentimenti e chi ansima per via degli Esami di Stato che a breve avranno il via.
I locali degli istituti, che fino a qualche minuto prima pullulavano di ragazzi e ragazze in fermento, improvvisamente svuotati, quasi lacerati da un incredibile silenzio. La scuola è bella quando è viva! Richieste di entrate posticipate o di uscite anticipate, file per un colloquio in Presidenza per quella stramba richiesta, pacche sulla spalla all’amico di corridoio, suppliche imploranti di un’ennesima interrogazione dell’ultimo giorno per arrotondare un giudizio decisamente stretto che rispecchia un anno di pacchia. Ora silenzio. In pochi attimi, dalla confusione irrefrenabile e ingestibile all’improvvisa pace. Parafrasando Giacomo Leopardi in “La quiete dopo la tempesta” verrebbe da pensare alla guadagnata felicità o serenità dopo un anno di tempeste e di tormenti. Insomma, un sollievo meritato che lascerà presto nuovamente spazio alle tribolazioni e al disincanto.
Ultima prova, per i diplomandi, tra pochi giorni, quando si tornerà a varcare la soglia di scuola di fronte a commissari mai visti, magari con un vestito elegante, decisamente distante dall’abituale déshabillé indossato nei 200 giorni di scuola… Con la consapevolezza di essere diventati adulti, in grado di seguire il proprio destino, di prendere in mano la propria vita e di farne un capolavoro!

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