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Il Carnevale, tra maschere colorate, antiche tradizioni e quella misteriosa voglia di cambiare per un giorno la propria identità

La festa più pazza dell’anno volge ormai al termine ed anche stavolta, a guardar bene le statistiche delle diverse città e degli altrettanti punti di ritrovo, ha bissato il solito successo. Ma perché la festa del Carnevale è così particolarmente sentita? Ad ogni età tra l’altro? Perché in questo preciso momento dell’anno si avverte quella irrefrenabile voglia di mascherare ciò che si è, di cambiare la propria identità, di immedesimarsi nella vita di un particolare personaggio? Cosa c’è dietro questa incontenibile esuberanza che, a pensarci bene, va di pari passo solo, forse, con il sentimento patriottico che straborda durante una partita della Nazionale? Bisognerà forse cercare la risposta nell’origine stessa della festa. Che, ovviamente, oggi ha un significato prettamente allegorico, ma un tempo era trasgressione pura. Durante questa particolare festività infatti, già ai tempi degli antichi Romani, era del tutto lecito lasciarsi andare, liberarsi da obblighi o da impegni, per dedicarsi allo scherzo e al gioco. Inoltre, la maschera aveva un significato profondo, vale a dire quello di rendere irriconoscibile chi la indossava, eguagliando di fatto tutti i cittadini. Non esisteva più né il ricco, né il povero; né il bello, né il brutto; né l’uomo, né la donna. E forse è proprio qui che, oggi, si cela quell’intima volontà, quasi di rivalsa, nei confronti della società. Per un giorno tutto è ammesso. Non esiste il saggio, né l’ignorante, l’aristocratico o il mendicante, l’ingegnere o il muratore. Si è tutti delle maschere. Via dunque a quel ghiotto rovesciamento dell’ordine precostituito, via ai colori, allo scherzo e alla dissolutezza.

In fin dei conti, se già gli antichi greci durante i riti dionisiaci o gli antichi romani durante i saturnali avevano l’abitudine di travestirsi e trasgredire facendosi scherno nei confronti dell’altro, perché non conservare ed enfatizzare questa antica tradizione?

Per la gioia dunque non più solo dei piccini, ma anche del popolo decisamente adulto. Da domani però, come la tradizione Cristiana insegna, pronti per l’inversione di rotta: il Mercoledì delle Ceneri darà ufficialmente il via al periodo più significativo del Cristianesimo. E il Carnevale, “carnem levare”, “privarsi della carne”, ultimo grasso banchetto che consente di dare sfogo ad ogni tipologia di personalità sarà già solo un lontano ricordo.    

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