Chef, ovvero i mostri sacri della cucina. I maestri del fornello, i geni della gastronomia nobilitano e rendono quasi sacro un rituale che in verità è connesso a un bisogno primario come quello del cibo. Nutrirsi è una cosa, assaporare pietanze un’altra. Sono tanti gli chef entrati a buon diritto nella storia della cucina e naturalmente è utopistico pensare d’istituire una graduatoria che abbia pretesa d’infallibilità. Un punto di riferimento per chiarire chi tra gli chef abbia diritto d’albergo nell’élite, è senza dubbio quello fornito dalle stelle Michelin. Fino alla sua scomparsa, avvenuta nel 2018, il “cuoco” più bravo del mondo era ritenuto il francese Joel Robuchon, che raccolse ben 32 stelle Michelin. Questo incredibile raccolto valse a Robuchon il titolo di “chef del secolo”, riconosciutogli dalla prestigiosa guida “Gault et Millau”. Con la scomparsa di Robuchon, è stato un suo connazionale a raccoglierne l’eredità. Il più grande chef vivente è infatti universalmente considerato Alain Ducasse. Il “maestro” monegasco ha raccolto nella sua vita 19 stelle Michelin, 13 delle quali sono detenute attualmente. Tra i pluristellati c’è anche un italiano, Enrico Bartolini. Il toscano, nato nel 79, è il solo chef ad aver ottenuto 4 stelle in un colpo solo. Il suo motto? “L’amore per la vita è anche voglia di mangiarla”.
Vincite. Chi non ha sognato di realizzarne di clamorose? Da chi sogna di sbancare il casinò a chi si “contenta” di un primo premio a una lotteria nazionale. L’esercito dei giocatori è nutrito e variegato ma ad unirli c’è l’indomita speranza di realizzare un guadagno importante ed immediato. Chi conosce bene la psicologia dei giocatori abituali sa che la volontà e la soddisfazione della vincita quasi prescindono dall’importo, ma certamente non è indifferente vincere due miliardi di euro o i 5 euro del “gratta e vinci” meno remunerativo. Guardiamo allora quali siano state le vincite al gioco più sostanziose della storia. Il vincitore della somma più alta mai assegnata vive negli Stati Uniti e si è aggiudicato, grazie alla lotteria Mega Millions, un premio di un miliardo e 600mila dollari. Va detto che in questo caso le possibilità di una simile vincita erano di una su 302.575.350! In Italia la vincita più alta è invece legata al Superenalotto: il jackpot era di 177 milioni di euro, il 30 ottobre del 2010. Pare che i vincitori siano stati in verità 70, ciascuno dei quali aveva acquistato una quota di 24 euro. Quando si dice un buon investimento: con 24 euro vinti oltre 2 milioni e mezzo di euro. Chiudiamo con la vecchia schedina del totocalcio, la fabbrica dei sogni di un passato nemmeno remoto: il 7 novembre del 93 ci furono 3 soli “13”, ciascuno dei quali portò a casa la bellezza di 5 miliardi 256 milioni 635320 vecchie lire.

Stravaganti collezionisti. Sono tanti e senza dubbio escono dagli schemi classici degli accumulatori seriali. Tutti sanno che alcuni oggetti sono bersaglio abituale di collezionisti “classici”. Può però accadere che l’oggetto da venerare e da conservare in copie molteplici e lievemente diversificate si discosti dal classico “listone”. Accanto ai collezionisti di francobolli, di monete antiche, di accendini, di orologi, di copricapo e di gagliardetti, si muovono infatti individui particolarmente originali e persino un pochino inquietanti. Un antiquario americano conservava con cura e con passione le ciocche di capelli di personaggi storici. Persino il presidente Lincoln, Elvis Presley e John Kennedy offrirono, loro malgrado, una ciocca capace d’impreziosire la strana collezione di John R. La signora Becky Martz ha raccolto nella sua vita oltre 7000 etichette di banane, spargendole per la sua casa a mo’ di decorazioni. Bill McBride ha invece una collezione di oggetti che rimandano a Darth Vader, famoso personaggio di “Guerre Stellari”. Stampe, action figures e spade laser in numero di 60mila per questo singolare collezionista. Il mondo è bello, perché vario…

Portieri capaci di far gol. Di recente l’estremo difensore del Modena, Riccardo Gagno, è assurto agli onori delle cronache per aver realizzato un gol calciando il pallone appena fuori dalla sua area di rigore. La sfera, dopo aver percorso oltre 70 metri, è rimbalzata ed ha ingannato il portiere avversario, Gian Maria Rossi, dell’Imolese. Se questo è sicuramente un modo molto originale di far gol, più di frequente si verifica che i portieri cerchino gloria nell’area opposta in occasione dei calci piazzati, punizioni o calci d’angolo, specie nei minuti finali dei match. Ci sono stati però, nella lunga storia del calcio, dei portieri per i quali far gol non era sporadica eccezione, ma la regola. Il più famoso è il brasiliano Rogerio Ceni, che al termine della sua lunga carriera realizzò ben 130 reti: 69 da calcio di punizione e 61 attraverso calci di rigore, tra gare giocate con il San Paolo e con la maglia della nazionale brasiliana. Altro sudamericano al posto d’onore di questa graduatoria: si tratta del paraguaiano Chilavert, che toccò quota 67 marcature. A completare il podio dei portieri bomber il messicano Jorge Campos, che per 46 volte provò la soddisfazione di battere un suo collega. Primo europeo il bulgaro Ivankov, con 42 gol.




