Le tante commemorazioni di oggi, 10 Febbraio, Giornata dedicata al Ricordo delle vittime delle foibe a cavallo del 1945 ad opera del Governo comunista titino lasciano davvero riflettere sulla impressionante vicinanza agli eventi che attanagliano da oltre quattro mesi ormai il popolo abitante la striscia di Gaza.
E irrita il fatto che, sebbene ci si ritrovi a commemorare migliaia di cittadini italiani infoibati, solo per il fatto di essere italiani e di aver avuto voglia di difendere la propria identità di patria, chiedendo scusa per i troppi decenni di mutismo storico al riguardo, si continui a restare inermi nei confronti del popolo palestinese. Istria, Fiume e Dalmazia non sono equiparabili alla Striscia di Gaza? La rivendicazione territoriale su questo lembo di terra perpetrata da Israele non è forse identica alla rivendicazione che, grazie al Trattato di Parigi, la ex Jugoslavia avanzava nei confronti dell’Italia? La storica “Questione Adriatica” non è identica all’altrettanto “tristemente famosa” “Questione Palestinese”? E allora perché si continuano a commemorare vittime, martiri, giovani eroi immolati per la Patria e non si pongono in essere forti azioni volte all’arresto della folla corsa alla conquista territoriale in Medio-Oriente?
Il conflitto ormai prolungato, gli accordi disattesi, le assurde rivendicazioni esternate, le continue violazioni delle leggi internazionali sui diritti umani, i disordini, le ostilità e le repressioni: un perfetto collage che definisce quanto inutile sia stato apprendere dalla Storia gli eventi che hanno segnato il corso di una popolazione.
Sempre la Storia, con la S maiuscola, quella che si apprende a scuola, sin da piccoli e che si approfondisce con l’età e con i diversi ordini e gradi di apprendimento, ci insegna che leggere, conoscere, domandarsi, capire, ricordare, manifestare sono tutti sinonimi di crescita culturale.
E perché si cresce? Per guardare avanti senza commettere gli stessi errori di un passato già noto.
Se ci si ritrova perennemente, anno dopo anno, di fronte a scene identiche a quelle rappresentate sui testi scolastici di storia, vuol dire che ancora mille pagine bisognerà scrivere prima di riporre quell’inchiostro e prima di poter dire di aver appreso e compreso.




